OASIS Editoriale LA RICCHEZZA DI UNA NAZIONE
Francesco Petretti
Siamo poveri o siamo ricchi?
Per me, mi si perdoni questa entrata a gamba tesa, siamo poveri di cervello. Siamo una delle nazioni più ricche del mondo e ci comportiamo come il più misero degli stati. Di difficoltà ne stiamo attraversando molte, una parte rilevante dei nostri concittadini ha serie difficoltà a mettere insieme il pranzo con la cena e a concedersi anche una minima parte di quei beni e servizi che la società dei consumi e del benessere propaganda sui media.
Anche chi non è povero vive con smarrimento e affanno una situazione che sembra senza soluzione e va ripetendo come una litania che questo è solo l’inizio e il peggio deve ancora venire.
Forse, ma non è fasciandoci la testa e piangendo che riusciremo a garantire un futuro migliore per figli e nipoti. Abbiamo dimenticato che il nostro Paese è come un solo grande museo e villaggio vacanze dove qualsiasi amministratore dovrebbe preoccuparsi di migliorare l’efficienza dell’accoglienza e dell’ospitalità e di conseguenza dare di sé un’immagine positiva e rassicurante.
Il lavoro e l’occupazione verranno dalla più grande opera pubblica e privata che l’Italia possa mai appaltare, finanziare e promuovere : restaurare il territorio italiano, i suoi centri urbani e le sue campagne, le sue coste e i suoi laghi, trasformando di nuovo il paese scempiato dalla speculazione e dall’incuria nel giardino d’Europa.
Come farlo? Riconoscendo la qualità degli amministratori bravi e onesti e valorizzando l’intelligenza e la combattività di chi torna veramente a coltivare la terra per fare il pane e custodire i boschi, non per produrre kilowattora a spese dell’ humus e del verde.
E soprattutto crediamo nei giovani, investendo risorse ingenti nella scuola, dall’asilo al liceo, e torniamo a fare delle università quei centri di eccellenza che tutti ci invidiavano e che erano meta degli studenti indiani e cinesi, ma anche americani ed europei.
Due sono le sole ricchezze di una nazione, e questo vale anche e soprattutto per l’Italia che non ha il petrolio tantomeno i diamanti : il suo territorio e i suoi giovani. Se ne siamo tutti convinti, mettiamoci al lavoro e il futuro apparirà più roseo.