Centomila storni, forse anche di più, stanno prendendo possesso di Roma: i piccoli uccelli neri picchiettati di bianco si radunano la sera in nuvole che ondeggiano sopra i tetti prima di piombare sugli alberi, soprattutto i platani del Lungotevere, che li ospitano durante la notte. Lo spettacolo è magnifico; le nuvole cambiano forma con perfetto sincronismo di migliaia di corpi e di ali, soprattutto se falchi e gabbiani sferrano il loro attacco.
Ma anche il disagio è altrettanto notevole: il guano si accumula sul marciapiede e sulla strada e se piove c’è di che fare delle belle scivolate, anche con il motorino.
Con due picchi di presenza ( novembre dicembre e febbraio) popolazioni consistenti di storno compaiono nelle maggiori città italiane come Roma, Bari, Firenze, Napoli in concomitanza con la maturazione delle olive nelle zone agricole limitrofe alla cerchia urbane.
Gli storni hanno un impatto innegabile sulla produzione di olivo, soprattutto in quelle aree limitrofe alla città dove si concentra la pressione trofica degli stormi di uccelli (ad esempio i Colli albani e la Sabina per quanto riguarda Roma), ma il loro impatto più evidente è quello sulla vita cittadina.
Gli storni vengono a dormire in città per tre motivazioni. Perchè non sono disturbati dall’attività venatoria, perchè le luci e il traffico automobilistico tenendo lontani alcuni predatori notturni ( soprattutto gli strigiformi) li tranquillizzano, perchè la temperatura è in media più alta di 1 o 2 gradi rispetto a quella della campagna, fatto che nelle fredde notti invernali comporta un risparmio energetico non indifferente agli uccelli appollaiati.
Gli uccelli decidono di dormire in grandi assembramenti, ma questo avverrebbe comunque anche in campagna fuori delle città, perchè il comportamento gregario ha la funzione di assicurare un migliore servizio di vigilanza e difesa dai predatori e perchè i posatoi collettivi (roost) funzionano come centri di informazione dove gli animali che hanno avuto difficoltà a raggiungere il fabbisogno giornaliero di cibo possono comprendere quali sono gli individui che si sono alimentati meglio nel corso della giornata e seguirli poi il giorno successivo in terreni di alimentazione promettenti e verificati.
Le soluzione che sono state escogitate per allontanare gli storni dalla città ,almeno dalle aree più sensibili ai danni provocati dal deposito di escrementi e noccioli di olive, hanno dato risultati parziali e continuano ad essere oggetto di sperimentazione.
Funzionano poco le emissioni sonore del richiamo dei predatori, come il falco pellegrino, che forse induce lo storno a posarsi prima possibile per ridurre il rischio di essere catturati in volo dal falco, funzionano maggiormente le emissioni del grido di allarme dello storno che comunica agli altri membri del gruppo che uno dei loro compagni si trova in serie difficoltà e che quindi il posatoio non è sicuro.
Funzionano anche le potature fatte ad arte degli alberi soprattutto pochi giorni prima che arrivi la stagione di piena degli storni. Tutti questi sistemi hanno lo scopo di spingere gli uccelli a dormire in parchi cittadini e in zone alberate dove la loro presenza non crei eccessivo disturbo.Importante è non forzare troppo la mano perchè potrebbe anche svilupparsi negli storni una preferenza per i posatoi sugli edifici e allora il danno sarebbe maggiore