Nei giorni scorsi, il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise ha restituito la libertà all’orsetta Morena, che era stata recuperata nello scorso mese di maggio, dopo averla sottoposta ad attenta visita sanitaria, secondo quanto stabilito nelle linee guida per il rilascio, redatte in collaborazione con un pool di esperti nazionali ed internazionali, con il supporto dell’ISPRA (Istituto per la protezione e la ricerca ambientale) e con il conforto dei consigli del Dr. Beecham, che ha aiutato il Parco sin da agosto scorso, in questa difficile ed impegnativa operazione.
Già dall’ultima nevicata di fine novembre Morena aveva iniziato a ridurre l’assunzione di cibo e a nascondersi nella tana anche per un intero giorno, segno che il suo metabolismo stava rallentando in vista del letargo, per cui si è deciso il suo rilascio, anche in considerazioni delle altre variabili in gioco, tante e non sempre prevedibili, tra cui le condizioni climatiche e i siti di rilascio. Questi ultimi sono stati individuati sulla scorta di una serie di elementi oggettivi tra i quali: potenziali siti di svernamento, bassa densità umana, presenza di acqua e adeguate risorse trofiche disponibili, bassa densità di orsi maschi adulti e non ultimo, in ordine di importanza, la distanza dai centri abitati e dalle attività antropiche. La scelta del tempo e del sito di rilascio dipendevano, a parere degli esperti, soprattutto dal peso e dai comportamenti. Per quanto riguarda il peso, l’orsetta aveva superato i 40 kg, per cui si era tranquilli, mentre per gli aspetti comportamentali, non si voleva che la vista dei custodi, quasi quotidiana, potesse determinare “assuefazione”. L’operazione di rilascio è stata eseguita con la cura e la riservatezza del caso, dettate da ragioni di sicurezza. Con la stessa riservatezza, ora Morena, sarà seguita grazie al radio collare satellitare di cui è stata munita prima del rilascio, così da avere in tempo reale informazioni sulle sue attività.
Il ritorno di Morena è un fatto importante per la conservazione della piccola popolazione di orsi bruni marsicani: si tratta infatti di una femmina matura in grado di riprodursi che va ad aggiungersi al piccolo gruppo di altre femmine, meno di una dozzina, da cui dipende la conservazione di questo nucleo di orsi .
Avrebbe accolto con gioia questa notizia Massimiliano Rocco, un grande amico della natura e degli animali, che ha perso la vita nei giorni scorsi in Camerun, mentre seguiva le iniziative condotte in quel paese africano per rendere sostenibile lo sfruttamento del legname tropicale.
Era un uomo in gamba, attivissimo, preparato, pieno di entusiasmo: nel WWF seguiva il settore Traffic , fondato da Pier Lorenzo Florio, che controlla e studia il fenomeno del commercio di piante e animali minacciati,.ma Massimiliano era anche un grande amico dell’orso marsicano e aveva seguito in prima persona, per il WWF, i progetti Life che hanno interessato questo animale (FP)