Parente piccolo del biancone e di piumaggio molto più scuro , la poiana è un rapace forte e a suo modo orgoglioso e pieno di dignità.
Anche se tartassato dai cacciatori e’ ben diffuso in Italia ma la sua biologia e’ poco nota perche’ gli ornitologi hanno spesso rivolto le loro attenzioni a specie piu’ rare e attraenti.
Conosco una coppia che nidifica da anni su una collina boscosa.
Nel l988 fece un piccolo, nel l989 ne fece due .
Nel l990 prima di deporre le uova decise di spostarsi di circa quattrocento metri dal vecchio nido costruendo la nuova piattaforma su un cerro avvolto dall’edera.
Il 3 maggio di quell’anno mi recai nel bosco alla ricerca del nido guidato dagli schiamazzi di una ghiandaia che strillava con la sua voce roca .
Le ghiandaie odiano le poiane e ne hanno buon motivo perchè i rapaci non esitano a saccheggiare i loro nidi divorando i pulcini inermi, per questo ogni volta che una ghiandaia vede una poiana o ne scopre il nido lancia un grido di allarme che viene ripreso e amplificato da tutte le altre ghiandaie del bosco.
Fatto sta che quell’anno le poiane avevano nidificato per terra, sovvertendo le loro abitudini millenarie.
Ma le cose non stavano così, perchè il nido originario era stato regolarmente costruito su una quercia ma era stato distrutto da un violento temporale che si era scatenato tre giorni prima.
Padre e madre senza perdersi d’animo avevano trasportato il piccolo a venti metri dall’albero del nido e lo avevano protetto sommariamente con un cumulo di foglie secche.
Al mio arrivo la piccola poiana, accovacciata a terra, coperta di piumino grigio, reclama a viva voce il cibo .
Se fosse passata una volpe ne avrebbe fatto un solo boccone.
Decisi così di interferire con il ciclo naturale degli eventi costruendo un nido di rami sulle fondamenta di quello crollato e vi trasferii il pulcino.
Ai genitori non parve vero di abbandonare la terrificante insicurezza del sottobosco per tornare sulla luminosa chioma della quercia.
Nutrito con rospi,vipere e ratti,”Capitombolo” crebbe rapidamente: pesava 230 grammi il 3 maggio; 285 il 5 ; 400 il 10; 600 il 18; 775 il 25 e 830 il primo giugno al momento del massimo sviluppo. Quando fu pronto a lasciare il nido, gli sistemai sul dorso una radioemittente del peso di una decina di grammi legata con una cordicella munita di un punto di rottura che avrebbe ceduto dopo qualche mese liberando il giovane dal leggero fardello. “Capitombolo” lasciò il nido e il segnale radio “ bip bip” mi consentì di scoprire dove si era trasferito : Catturò la sua prima preda,un rospo,nel torrente sotto al nido il 19 giugno,due settimane dopo l’involo. Ormai si muoveva liberamente in un territorio che includeva il bosco natale e un’ampia radura dove il bestiame pascolava.
Per piu’ di un mese restò in quella zona,poi il 30 luglio si trasferì con la sua famiglia e una terza poiana a piu’ di cinque chilometri di distanza e prese possesso di un’altura arida, martellata dal sole . Qui le poiane si dedicavano alla caccia degli ortotteri che saltavano in gran numero fra i cardi e le erbe ingiallite:grilloni egiziani,acride nasute,tettigonie,edipode dalle ali celesti e rosse diventarono il pasto monotono ma inesauribile delle poiane e di decine di altri rapaci che si erano dati convegno in quella collina. “Capitombolo” si dimosrò un abile cacciatore,si alzava contro vento a pochi metri di altezza e scendeva a ghermire le piccole prede con i tozzi artigli gialli. Si spostava poco a poco e alla fine lasciò i genitori che erano tornati nel loro territorio. Per altri venti giorni la giovane poiana occupò un territorio privato di caccia esteso per qualche decina di ettari:gli ortotteri sembravano essere la sua preda esclusiva. Altre poiane erano presenti in zona,alcune probabilmente solo di passaggio. Ce ne era una che aveva il groppone quasi completamente bianco e era aggredita con vigore dalle piccole e scure poiane locali. La radio funzionava sempre bene, potevo sentire che la poiana e’ra sulla cima del colle da venti chilometri di distanza e poi potevo trovarla, quando volevo,sulle pendici o fra le macchie senza avvicinarmi troppo per non disturbarla. Ogni giorno segnavo la sua posizione piu’ volte a distanza di qualche ora, ed ero stupito dall’abilita’ con cui volava e dalla confidenza con cui si lasciava osservare mentre cacciava i grilli.Si avvicinava l’apertura della caccia. Fino al sabato “Capitombolo” era sul suo posatoio.Domenica diciotto settembre l’alba fu salutata dalle schioppettate : arrivai in zona ma la radio non trasmetteva .Era la prima volta che mi capitava di non ricevere il segnale.Percorsi crinali,mi fermai sulle alture ,ma inutilmente. Forse era andata troppo lontano fuori della portata dell’antenna,oppure la radio si era rotta, o era caduta a terra in una forra, oppure la poiana era stata impallinata. Non lo sapro’ mai e forse e’ meglio cosi’. _