STORIA DI UNA POIANA con le foto di Giovanni Catalani

 

 

 

 

 

 

 

 

Poiana ph Giovanni Catalani

poiana catalani web 1 . poiana catalani web 2 .

Parente piccolo del biancone e di piumaggio molto più scuro , la poiana  è un rapace forte e a suo modo orgoglioso e pieno di dignità.

Anche se  tartassato dai cacciatori   e’  ben  diffuso in Italia  ma  la  sua biologia  e’  poco  nota perche’ gli ornitologi   hanno spesso rivolto le loro attenzioni  a specie piu’ rare e attraenti.

Conosco una coppia che nidifica da anni su una  collina boscosa.

Nel l988 fece un piccolo, nel l989 ne fece due .

Nel l990 prima di deporre le uova decise di   spostarsi di circa quattrocento metri dal vecchio  nido costruendo  la  nuova piattaforma su  un cerro avvolto dall’edera.

Il 3  maggio di quell’anno  mi recai  nel bosco  alla ricerca del  nido  guidato dagli schiamazzi di una ghiandaia che strillava con la sua voce roca .

Le ghiandaie odiano le poiane e ne hanno buon motivo perchè i rapaci non esitano a saccheggiare i loro nidi divorando i pulcini inermi, per questo ogni volta che una ghiandaia vede una poiana  o ne scopre il nido lancia un grido di allarme che viene ripreso e amplificato da tutte le altre ghiandaie del bosco.

Fatto sta che quell’anno le poiane avevano nidificato per terra, sovvertendo  le loro abitudini millenarie.

Ma le cose non stavano  così, perchè il nido originario era stato  regolarmente costruito su una quercia ma era stato distrutto  da un violento temporale che si era scatenato tre giorni prima.

Padre e  madre senza perdersi d’animo   avevano  trasportato il piccolo a venti metri dall’albero  del nido e lo avevano protetto sommariamente con un cumulo  di foglie secche.

Al mio arrivo la piccola poiana, accovacciata a terra,   coperta di piumino grigio, reclama a viva voce il cibo .

Se fosse passata una volpe ne avrebbe fatto un solo boccone.

Decisi così di  interferire con il  ciclo naturale degli eventi  costruendo  un   nido  di rami  sulle fondamenta di quello crollato e vi trasferii il pulcino.

Ai   genitori  non     parve  vero  di  abbandonare   la  terrificante insicurezza del sottobosco per tornare sulla  luminosa chioma della quercia.

Nutrito    con    rospi,vipere    e    ratti,”Capitombolo”   crebbe rapidamente: pesava 230  grammi il  3  maggio; 285  il 5  ; 400  il 10; 600 il 18; 775 il 25 e 830 il primo giugno al momento del massimo sviluppo. Quando fu pronto  a  lasciare  il   nido, gli sistemai  sul dorso  una radioemittente del peso di una decina di   grammi   legata   con una   cordicella  munita  di  un  punto  di  rottura che avrebbe ceduto dopo qualche mese  liberando il giovane dal leggero fardello. “Capitombolo” lasciò il nido e il segnale radio “ bip bip” mi consentì di scoprire dove si era trasferito :  Catturò la  sua  prima  preda,un  rospo,nel torrente sotto al nido il 19 giugno,due settimane dopo l’involo. Ormai si  muoveva liberamente in  un territorio che includeva  il bosco natale e un’ampia radura dove il bestiame pascolava.

Per piu’  di  un  mese  restò in  quella  zona,poi il 30  luglio si trasferì con la  sua famiglia  e una  terza  poiana   a  piu’ di cinque  chilometri di distanza e prese possesso di un’altura arida, martellata dal sole . Qui le poiane si dedicavano alla  caccia degli  ortotteri che saltavano in  gran  numero  fra  i   cardi  e  le   erbe  ingiallite:grilloni egiziani,acride nasute,tettigonie,edipode dalle ali celesti e rosse diventarono il  pasto monotono  ma  inesauribile  delle  poiane  e di decine di altri rapaci che si erano dati convegno in quella collina. “Capitombolo”  si dimosrò un abile cacciatore,si alzava contro vento a pochi metri di altezza e scendeva a ghermire le  piccole prede con  i tozzi artigli gialli. Si spostava  poco a poco  e alla fine lasciò  i genitori che erano tornati nel loro territorio. Per altri venti giorni  la  giovane  poiana  occupò  un  territorio privato di caccia esteso per qualche decina di ettari:gli ortotteri sembravano essere la sua preda esclusiva. Altre poiane erano  presenti in zona,alcune   probabilmente solo di passaggio. Ce ne era  una che aveva  il groppone  quasi completamente bianco  e era aggredita con vigore dalle piccole e scure poiane locali. La radio funzionava  sempre bene, potevo sentire che la poiana  e’ra sulla cima  del  colle  da  venti  chilometri  di  distanza  e  poi potevo trovarla, quando  volevo,sulle  pendici  o  fra  le   macchie  senza avvicinarmi troppo per non disturbarla. Ogni  giorno  segnavo la  sua  posizione  piu’  volte  a  distanza di qualche ora, ed ero  stupito   dall’abilita’  con cui   volava e dalla confidenza con cui si lasciava osservare mentre cacciava i grilli.Si avvicinava  l’apertura della caccia. Fino al sabato  “Capitombolo”  era sul suo posatoio.Domenica diciotto settembre  l’alba fu salutata dalle schioppettate : arrivai in  zona  ma  la radio non trasmetteva  .Era  la prima volta che mi  capitava  di  non  ricevere il segnale.Percorsi crinali,mi fermai sulle alture ,ma inutilmente. Forse   era    andata    troppo   lontano    fuori   della   portata dell’antenna,oppure la radio si era  rotta, o era   caduta a terra in una forra, oppure la poiana  era stata impallinata. Non lo sapro’ mai e forse e’ meglio cosi’.  _

 

 

 

 

 

Categorie: Diario della Natura

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