IL RITORNO DEL FALCO PESCATORE

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Un pomeriggio di luglio in una palude della Maremma toscana. La brezza leggera che viene dal mare , il sole che scintilla sull’acqua, il pigolio insistente di un rapace che vola in alto per seguire le operazioni di inanellamento dei suoi tre figli:   i primi falchi pescatori nati in questa palude alle porte di Grosseto.

I tre giovani, cresciuti su un nido artificiale appositamente costruito per loro, sono stati inanellati  (anello blu con scritte bianche) e muniti di un GPS che registrerà i loro movimenti. Godono di ottima salute: uno di loro pesava addirittura più di 2 kg. Potrebbero  restare in zona, vagabondare nel centro del Mediterraneo o spingersi fino all’Africa occidentale come ha fatto alcuni anni fa un giovane nato alla foce dell’Ombrone, trovando la morte nella lontana Gambia.

La nidificazione di quest’anno ( una delle due, l’altra si è ripetuta nel parco naturale della Maremma) , assolutamente spontanea e inaspettata, è il segno che poco a poco si sta costituendo una popolazione di falchi pescatori in questo tratto della costa tirrenica. Contribuirà anche a sostenere la popolazione della Corsica, da cui provengono i giovani che sono stati negli anni liberati nel parco della Maremma nell’ambito di un progetto fortemente voluto  da Giampiero Sammuri , da Alessandro Troisi, da Vincenzo Rizzo Pinna, Andrea Sforzi,  dal parco della Maremma, dal Museo di Storia Naturale di Grosseto e da tante persone e istituzioni a partire dal giovane ornitologo Flavio Monti che segue i falchi ormai da anni.

Ho avuto la fortuna di essere con loro in questo giorno così bello e di documentare un fatto veramente unico. (FP)

 

 

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